martedì 20 gennaio 2009

Amnèsia


Questo programma si chiama “Amnesia”,
io invece sono Matteo Caccia sono nato il 24 luglio del 1975 ho 33 anni e vivo a Milano.
L’8 settembre di un anno fa sono stata colpito da un’amnesia retrograda globale, praticamente la mia memoria si è cancellata completamente.
Lo so che può sembrare una storia incredibile, ma è la mia, ed è vera..
Giuro che è vera
E’ iniziata l’8 settembre di un anno fa
Da quel giorno per me ogni volta è la prima volta


Questa la storia
Ne è nato un programma
La cosa mi ha talmetne incuriosita che piano piano con i podcast sto ascoltando tutte le puntate,
dalla prima in poi, così come sono state mandate in onda...
Mi sa che non mi fido moltissimo della "naturalità" del programma, ma poco importa
Forse Matteo ha davvero perso la memoria però
Anche se poi non fosse capitato a lui, la malattia è vera
E questo mi fa riflettere
Spesso penso che vorrei "dimenticare"
Penso che determinati ricordi, deterinati affetti, legami, abitudini, in qualche modo non ci rendono veramente liberi...
Nel post precedente si diceva che solo la morte porta alla libertà totale
Bè...forse perdere la memoria, totalmente , equivale un pò a morire, no?
Però si è ancora vivi...il domani c'è, è ieri che manca..

Quindi?Più liberi o più deboli?
Se da una parte mi affascina l'idea di ricominciare davvero da capo, tutto..dall'altra..
io sono il mio passato
Senza quello?Esisterebbe una nuova me?
Temo che il non sapere mi renderebbe sconosciuta a me stessa

E se poi scopro che mi sto antipatica?
Blogi si Amnèsia http://amnesia.blog.rai.it/

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Io credo che bello o brutto un passato ci sia necessrio. Non so come spiegarlo a parole, ma sento che è così. Altrimenti sarebbe tutto troppo facile, saremmo come i bambini che non hanno esperienze passate, credo. Si, potrebbe esser comodo, perchè in fondo i bambini sono ingneui e felici, ma... il passato (la storia) ci è necessaria. Non credi?
alessandro

anselmo ha detto...

Ragazzi ho letto quello che avete scritto ma mi sono dimenticato quello che volevo scrivere

mò... ha detto...

Mica ho detto che sarebbe meglio non ricordare...dico che la cosa mi fa riflettere..
La storia è necessaria, è vero, ma a volte i segni che lascia sono...come dire...bloccanti, no?
Però senza esperienza non saremmo quello che siamo...non lo so.
Continuo a riflettere...

@anselmo, sei un idiota!:o)

Anonimo ha detto...

qualcuno che di ricordi brutti se ne intendeva diceva che la coscienza del passato è condizione necessaria (ma non sufficiente ahinoi) per non ripetere gli stessi errori...sebbene qualcunaltro dicesse che chi si (pre)occupa troppo del suo passato non merita di avere un futuro...
Bello a volte dire tutto....e non dire niente...

GrimFang ha detto...

Mia cara Mò,
tu te lo domandi, io l'ho vissuto.
E posso garantirti che non è affatto bello sentire il tuo migliore amico dirti "E io che ne so? Mi ritrovo catapultato qui..."
...catapultato, da dove?
Un bacio,

GrimFang

mò... ha detto...

@Grim...non ho più letto novità, e non te ne ho più chieste..:o(
Mi aggiorni?

Per quanto riguarda
chi si (pre)occupa troppo del suo passato non merita di avere un futuro
non credo si tratti di "meritare", ma di esserne capaci..

Anonimo ha detto...

oscar wilde, l'autore della frase, probabilmente direbbe che chi non è capace non merita (mentre a quanto pare non sempre è vero il contrario)....

mò... ha detto...

chi non è capace non merita...
ma se uno non è capace, ma ci prova e si impegna tanto tanto tanto?

Anonimo ha detto...

spesso chi sarebbe capace non viene messo in condizione di provarci e quindi di meritare...per il resto ogni tanto il puro impegno viene premiato...ma di rado...

mò... ha detto...

Il fatto di sapere di meritare dovrebbe essere già ricompensa, e il premio l'essere riusciti. Credo che il resto del mondo venga sempre "dopo" questo...
Premiati di rado?Le cose rare acquistano ancora più valore!:D

Anonimo ha detto...

eh ma se lo sai e credi solo tu...è magra consolazione...ma comunque io parlavo di una condizione a monte...pensare di essere capaci ma non venir "messo in condizione di provarci e quindi (solo dopo) di meritare". Certo poi potendoci provare, meglio impegnarsi e sperare...ma è una altro mondo, proprio...